No. Il titolo non ha un’accezione negativa, tutt’altro. Dalla pietra parte questa storia, tanto per cambiare. Vecchi complessi abitativi, aggregati rurali malmessi, ruderi in molti casi, si circondati da quel fascino decadente che solo le cose che furono sanno esalare, ma destinati, nel giro di alcuni anni, ad essere poco più che un ricordo e poi, probabilmente, neanche quello. Ebbene, questi fantasmi sbilenchi, suddette irregolari sagome di pietra, tornano (e torneranno) a nuova vita, nella più nobile e naturale attività che una costruzione con quattro mura e un tetto può assolvere: ospitare! Sta succedendo in Molise, non a caso, dove lo spopolamento, incessante sin dal secondo dopoguerra, sembra tutt’ora inarrestabile. Ed ecco che il recupero ai fini recettivi, e di conseguenza lavorativi, assume un valore decisamente più profondo e in controtendenza. Mentre molti, legittimamente, scappano e i borghi si svuotano e vanno in malora, qualcuno/qualcosa si oppone allo spiacevole andazzo con lavoro e fantasia. Mica male. Dalla pietra parte questa storia, l’abbiamo detto, ma anche dal cuore, evidentemente. Molise cuore di pietra. Ecco fatto!
Nell’ottica del restauro e della conseguente albergazione diffusa, sono due i centri che maggiormente stanno facendo parlare di loro, anche se è intuibile che siano destinati ad aumentare. E noi ce lo auguriamo vivamente.
A Castel del Giudice, in provincia di Isernia, ma praticamente con un piede in Abruzzo, una buona porzione del villaggio, ormai disabitata e in rovina, è stata mirabilmente restaurata, grazie all’impegno delle istituzioni localini e addirittura dei singoli cittadini del comune, mettendo su una prestigiosa e ricercatissima accomodation tra le montagne. L’attento recupero architettonico ha fuso canoni tipici e antichi a concetti assolutamente moderni. In una parola Borgotufi. Una vera chicca.
Altrettanto spettacolare è La Piana dei Mulini. Piccolo agglomerato medievale sorto sulle sponde del fiume Biferno, a due passi dai tratturi Pescasseroli – Candela e il Castel di Sangro – Lucera, dai quali è dipesa per secoli l’esistenza stessa dell’abitato sviluppatosi intorno a uno splendido mulino ad acqua. Si, avete capito benissimo. Anche qui fantasia e perizia hanno dato forma ad una location da favola, oltre che ai principi virtuosi di cui sopra. Pietra, legno e ferro battuto. Rusticità ed eleganza, con gusto.
Di conseguenza le cucine di queste strutture sono del tutto allineate al concetto di recupero, di innovazione e tradizione; materie prime a km 0, anche per sostenere la piccola prodizione locale, e piatti della tradizione, veraci, rurali, con quel tocco che ogni buon chef sa dare e… Buon appetito.
Nell’attesa di scoprire e recensire nuove eccellenze che sposino questa stessa filosofia di sviluppo sostenibile e recupero, vi invitiamo caldamente, se ancora ce ne fosse bisogno, a scoprire il Molise.
Il Molise cuore di pietra.