Nel piccolo paese di Bonefro, che vide Tony Vaccaro adolescente e che oggi ospita il museo a lui intitolato e l’archivio Tina Modotti, un finalista Pulitzer, un vincitore del World Press Photo e alcuni tra i migliori fotoreporter italiani hanno accompagnato gli iscritti in lezioni pratiche di fotografia, editing e nella caccia alle foto che hanno vinto i 1700 € in palio.
Dal 29 agosto al primo settembre 2019 nel piccolo paese molisano, tra le morbide colline della transumanza e il mare delle Tremiti, gli iscritti sono stati inviati in missione come dei veri fotoreporter, sotto la guida di professionisti che hanno lavorato per testate e agenzie come l’Associated Press, The New Yorker, Espresso, Getty, Le Monde e Repubblica.
I docenti, Pier Paolo Cito (www.pierpaolocito.it), Massimo di Nonno (www.massimodinonno.com) e Pietro Masturzo (www.pietromasturzo.com) hanno commissionato un servizio, lo hanno costruito insieme ai partecipanti e lo hanno editato con loro. I lavori hanno concorso per vincere uno dei quattro premi da 1000, 300, 200 e 200 euro.
Nel chiostro, nelle aule e nelle ex-celle del convento di Santa Maria delle Grazie è stato possibile condividere esperienze e curiosità con Tony Vaccaro, giunto da New York, e con chi ha raccontato guerre, rivoluzioni, fenomeni sociali e momenti storici dei tempi moderni. Il tutto orchestrato magnificamente da Paolo Santalucia, direttore artistico del Workshop Tony Vaccaro.
Tra le pietre bianche dell’accogliente borgo settecentesco, la dimensione intima, l’ospitalità della piccola comunità bonefrana e la sorprendente concentrazione di strutture dedicate alla cultura e alla fotografia (il museo “Tony Vaccaro” di palazzo Miozzi, l’archivio “Tina Modotti” e il museo etnografico del Convento) hanno creato il luogo ideale per condividere esperienze con fotografi e videomaker di fama internazionale in modo informale.
Alla fine è stato senz’altro il Molise il vincitore della seconda edizione del concorso. Nei “torneremo presto”, nei “grazie infinite”, il sigillo di un’esperienza che, nonostante l’alto taglio culturale e professionale, ha saputo farsi polarizzatrice di tante emozioni, di quelle più semplici e spontanee soprattutto. Ci piace immaginare l’iride di ogni partecipante dietro l’obbiettivo, la loro sensibilità fluire su e giù per il diaframma, il baleno di ogni scatto (premiato e non) a “pizzicare” gesti, suggestioni, espressioni per consegnarle alla storia, alla nostra piccola storia.
Paolo Santalucia, giornalista-pallanuotista e video-maker dell’agenzia internazionale dell’Associated Press, per la quale copre Europa, Nord Africa e Vaticano. Muove i primi passi come giornalista e fotoreporter in varie testate italiane (Venerdi’ di Repubblica, Metro, Prima Comunicazione). Ha lavorato come cultore della materia presso la cattedra di diritto dell’informazione della Luiss. Ha coperto lo Tsunami in Tailandia, la primavera araba in Tunisia, ha seguito decine di viaggi papali, il G8 di Genova, la crisi migratoria e molto altro in 20 anni di carriera.
Pier Paolo Cito ha coperto per l’Associated Press alcuni tra i più grandi conflitti degli ultimi decenni: Montenegro e Kossovo, Etiopia, Gaza, Israele, Afghanistan, Libia. E’ stato finalista Pulitzer. Insegna foto giornalismo in zone di guerra presso diverse scuole di giornalismo e università Italiane ed ha pubblicato sulle maggiori testate internazionali.
Massimo Di Nonno, nato a Campobasso, ha lavorato nel campo dell’arte contemporanea a Torino, per poi trasferirsi a Milano per unirsi all’agenzia Tam Tam. Pochi anni dopo fonderà con Samuele Pellecchia l’agenzia di fotogiornalismo Prospekt. Ha lavorato per Getty Images. Negli ultimi anni ha realizzato reportage, mostre e pubblicazioni sulla vita sociale, politica e ambientale legata al territorio.
Pietro Masturzo, nato a Napoli, è un fotografo documentarista, da sempre interessato a tematiche sociali e politiche, con un focus particolare su la resistenza dei popoli rispetto alle oppressioni e le violazioni dei diritti umani. Ha studiato relazioni internazionali prima di dedicarsi alla fotografia e ha lavorato in Myanmar, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Libia, Iran, West Bank e Gaza, documentando l’umanità in situazioni di conflitto. I lavori di Masturzo sono stati pubblicati su La Stampa, L’Espresso, Internazionale, IO Donna, The New Yorker, The Financial Times, Le Monde, Stern, Geo, Marie Claire, Vanity Fair e molti altri giornali.
Angela Gennaro, già editor fotografica dell’Associated Press e videogiornalista per Il Fatto Quotidiano, oggi giornalista presso Open, giornale online fondato da Enrico Mentana.
Daria Scolamacchia, insegnante di Photografic Methods presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, è stata responsabile editor per Fabrica (Gruppo Benetton). Lavora attivamente in qualità di consulente per numerosi progetti editoriali (tra gli altri Cortona on the Move, Milano Photo Vogue Festival)
Andrea Rosa, videogiornalista freelance per le più importanti agenzie e testate internazionali, oggi in forza presso gli uffici dell’Associated Press di Beirut. Ha coperto nei lunghi anni di carriera le zone di guerra di Libia, Iraq, Siria.
L’immagine racconta con intensità e originalità una delle attività principali del territorio, la pastorizia. La scelta della luce rivela consapevolezza del mezzo fotografico e capacità descrittive
La tensione dei movimenti e l’intersecarsi delle linee creano un buon equilibrio formale, rovinato soltanto dalla scelta improvvida di tagliare la coda a uno dei due cavalli. Le campiture di colore raccontano il paesaggio molisano e le attività legate alla pastorizia.
Sostenibilità è anche far coincidere innovazione e tradizione, cultura e antica manualità. La fotografia racconta le attività di un’impresa familiare che ha saputo puntare sulle specificità locali – la tecnica molisana “dei bastoni” incurvati a fuoco – per creare ed esportare eccellenza.
Per aver saputo sintetizzare in uno scatto la scelta significativa di Mario Borraro, ex banchiere e ora pastore e produttore di pecorino, attraverso un ritratto ben composto[/caption]
Per aver realizzato un’immagine pittorica e intensa di Mario Borraro, ex banchiere che ha deciso di dedicarsi alla pastorizia e alla produzione di pecorino
Una foto essenziale e delicata che ci fa entrare in un interno di Bonefro raccontandoci un po’ della sua storia con consapevole ed efficace lavoro sulla luce.